Che a Forio le tracce del “sacro” fossero molte, si sapeva già. Quel che non si sapeva, nel senso che forse non ci si sofferma a dovere sul punto, è che i segni devozionali costituiscono un importante “filo d’Arianna” per ripercorrere la storia del territorio. In altre parole, la loro importanza va oltre la fede, o meglio, chiarisce le ragioni del sentimento religioso alla luce del vissuto storico della collettività.

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Il piccolo Museo Santa Maria del Soccorso è – da questo punto di vista – tappa irrinunciabile per chiunque sia realmente interessato ad approfondire il “genius loci” di Forio e dell’isola d’Ischia. Alloggiato nella sagrestia di una delle chiese più famose d’Italia, insieme al Castello aragonese icona indiscussa dell’isola, il museo non gode tuttavia della stessa fama dell’edificio che lo ospita. Il motivo è che spesso resta chiuso, e perciò quando è aperto, come durante le festività natalizie, una visita è d’obbligo.

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Vascelli giganti, barche a vela, tele con scene di naufragio, mani d’argento e croci in pietra (vedi photogallery sotto), sono solo alcuni dei reperti allocati in questo piccolo museo. Si tratta per lo più di ex voto (l’espressione completa è “ex voto suscepto“, cioè per voto fatto): ringraziamenti, impegni, invocazioni per una grazia desiderata o, più spesso, ricevuta. Tanto è vero che diversi quadri riportano l’acronimo “P.G.A.” che sta, appunto, “Per Grazia Ricevuta” o l’altro, meno frequente, “V.F.G.A.” che significa invece “Voto Fatto Grazia Avuta” 

E qui, come accennato poco sopra, entra in ballo la storia, giacchè la maggior parte dei reperti ha a che fare con la navigazione e il mare. Perciò quando si dice che Ischia è un’isola di terra, abitata soprattutto da contadini, non bisogna sottostimare il contributo dei pescatori. Contributo economico, religioso e culturale che va dai lasciti del pescato (come testimoniano la Chiesa Collegiata dello Spirito Santo a Ischia Ponte e, tornando a Forio, la Basilica Santa Maria di Loreto) al presidio di tradizioni secolari (come la Corsa dell’Angelo e la benedizione del pesce sempre a Forio).

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Insomma, i pescatori hanno avuto – e hanno – un ruolo determinante nella definizione dell’identità degli ischitani. Identità che però non è fissata una volta per tutte, ma anzi cambia continuamente. Proprio come cambia continuamente il Museo del Soccorso che da qualche anno a questa parte va arrichendosi di reperti privati appartenenti a diverse famiglie locali. La condivisione della memoria diventa così un formidabile strumento di approfondimento storico e, perchè no, turistico. Vi aspettiamo!

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