Venticinque parrocchie e oltre sessanta chiese. Per avere idea di quanto è radicato il cattolicesimo sull’isola d’Ischia è sufficiente affidarsi ai numeri. Numeri esagerati considerando che parliamo di un territorio di appena 46 chilometri quadrati. In pratica, se le chiese non sono una accanto all’altra poco ci manca. È il caso, ad esempio, della piazza principale di Barano d’Ischia “cinta” a valle e a monte dalle due chiese di San Sebastiano e San Rocco.

LEGGI ANCHE: Alla scoperta di Barano d’Ischia

La prima è la chiesa del santo patrono, costruita nel 1604 da tale Fra Cosimo da Verona; sulla seconda, invece, mancano notizie certe. Il primo documento che ne attesta l’esistenza risale al 1634, anno in cui nel registro dell’allora parroco della chiesa di San Giorgio a Testaccio è annotata la sepoltura di tal “Giuseppe” nella chiesa di San Rocco. Chiesa che pur non essendo formalmente la principale ha finito col tempo per diventarla ugualmente.

C’è da dire che per secoli San Rocco è stada sede della locale confraternita del Rosario. Non a caso, nella chiesa è conservata una tela della “Madonna del Rosario” realizzata nel 1632 da Cesare Calise, pittore foriano del XVII secolo cui si devono molte opere in giro per l’isola. Un artista dal gusto tardo-manierista che trasformò il santuario della Madonna della Libera a Forio in una sorta di pinacoteca personale. Un secolo dopo, un altro artista “sacro”, Alfonso Di Spigna agì allo stesso modo affrescando per intero l’Arciconfraternita di Visitapoveri (sempre a Forio) di cui per anni fu anche priore.

LEGGI ANCHE: L’arte neoclassica di Alfonso Di Spigna

Di Alfonso Di Spigna anche la “Pentecoste” che orna l’altare maggiore della Chiesa Collegiata dello Spirito Santo a Ischia Ponte. In questa chiesa sono conservate le reliquie di San Giovan Giuseppe della Croce, dalla cui maschera funebre in cera (pure questa conservata nella chiesa) pare attinsero diversi scultori per riprodurre l’effigie del santo. E infatti una statua di questo frate alcantarino, patrono dell’isola d’Ischia, è presente anche nella chiesa di San Rocco, insieme ad altre due statue raffiguranti la Madonna e appunto il santo omonimo che dà anche il nome alla piazza. Piazza in cui, proprio di fronte l’ingresso della chiesa, c’è un monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale, snodo difficile del Novecento dell’isola d’Ischia.

LEGGI ANCHE: L’isola d’Ischia e il suo ‘900

Insomma, vale per la bella chiesa di San Rocco quanto già ripetuto per le altre chiese dell’isola. Se oltre alla vacanza siete interessati ad approfondire storia, costumi e valori dell’isola d’Ischia, le chiese e i loro simulacri sono tappa imprescindibile di questo cammino di conoscenza. Una via privilegiata per cogliere il “genius loci” dell’isola più grande del Golfo di Napoli.