Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT), agenzia che fa capo alle Nazioni Unite, turismo culturale non significa soltanto vacanze studio, spettacoli, festival ed eventi culturali. Significa anche il piacere di immergersi nello stile di vita del paese che si visita approfondendo tutto ciò che ne costituisce l’identità e il carattere. Quindi storia, arte, architettura, gastronomia, religione ecc. Di seguito una breve panoramica di questi aspetti partendo dalla circostanza nient’affatto secondaria che l’isola d’Ischia è stata la prima colonia della Magna Grecia.

STORIA
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Ischia è un’isola dalla storia millenaria, abitata sin dall’età della pietra come dimostrano i reperti rinvenuti a Casamicciola in località Castiglione. L’insediamento greco risalirebbe invece alla seconda metà dell’VIII sec. a. C. ad opera di Calcidesi ed Eretriesi provenienti dall’isola di Eubea. Le ragioni alla base della scelta di un sito tanto lontano dalle coste di origine furono più di tipo commerciale che agricolo, legate alla necessità di scambi (ceramica e profumi versus ferro) con la Toscana e l’isola d’Elba, territori ricchi di giacimenti metalliferi. Chi volesse approfondire questi aspetti non può esimersi dal visitare il Museo archeologico di Pithecusae, uno dei più importanti in Campania. Da non perdere la Coppa di Nestore, al pari dei più famosi poemi omerici testimonianza preziosa della scrittura alfabetica greca dell’VIII sec. a. C. Ma non c’è solo la storia antica a dar lustro all’isola d’Ischia. Anche il Rinascimento fu un periodo particolarmente fervido sotto il profilo culturale, soprattutto grazie alla poetessa Vittoria Colonna che trasformò il Castello Aragonese in un vero e proprio cenacolo culturale ospitando letterati e artisti del calibro di Ariosto e del Buonarroti. Soltanto nel ‘900, quattro secoli dopo Vittoria Colonna, Ischia tornò a essere per una breve ma intensa stagione meta privilegiata dei ceti intellettuali provenienti dal Nord Europa e dal resto della penisola. Per lo più artisti che – come vedremo – hanno lasciato diverse testimonianze del loro passaggio sull’isola.

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ARTE
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Auden, Capote, Moravia, Bargheer, Gilles, Pagliacci, Cremonini, Visconti, De Libero, sono solo alcuni dei poeti, scrittori, critici, registi e pittori che hanno frequentato Ischia per periodi più o meno lunghi dalla metà degli anni ’30 alla fine degli anni ’50 del secolo scorso. Quasi tutti, seduti ai tavolini del Bar Internazionale, taverna del centro storico di Forio coperta da un grande e suggestivo pergolato di glicine. Il clima particolarmente mite dell’isola, unitamente al desiderio di lasciarsi alle spalle le atrocità della guerra diventarono il pretesto di questo mini esodo culturale che ha lasciato molte tracce negli artisti dell’isola d’Ischia, al punto che più di un critico ha ipotizzato l’esistenza di una scuola ischitana di pittura che avrebbe attraversato tutto il ‘900. Ma non è finita. Arte a Ischia significa approfondire le opere di Alfonso Di Spigna e Giovanni Maltese, due artisti locali attivi nel XVIII (Di Spigna) e nel XIX secolo (Maltese). Il primo è stato il massimo interprete dell’arte sacra ischitana, ornando con le sue tele molte delle chiese sparse per l’isola. Da non perdere, la Chiesa Santa Maria di Visitapoveri, una sorta di pinacoteca del Di Spigna che per un periodo fu anche priore dell’omonima congrega. Maltese invece è stato scultore, poeta e ritrattista di talento, vissuto molti anni all’interno del Torrione, la più importante delle torri saracene di Forio. Al primo piano dell’edificio, da anni riconvertito in Museo Civico cittadino sono tuttora custodite la maggior parte delle sculture dell’uomo, interprete locale del “verismo” che in Italia, diversamente dalla Francia, attinse alle molteplici realtà regionali e locali che disegnavano il fragile equilibrio territoriale dell’Italia post-unitaria.

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La Chiesa dell’Arciconfraternita Santa Maria di Visitapoveri
Giovanni Maltese, pittore e scultore foriano
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ARCHITETTURA
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A Ischia sopravvivono alcune delle testimonianze più significative di quel modo di costruire “sui generis” che è l’architettura mediterranea. I borghi marinari di Sant’Angelo, Testaccio, la Mandra e Ischia Ponte, ma anche quelli contadini di Campagnano, Buonopane, Calimera, Noia, Fontana, Panza, raccontano l’evoluzione delle tecniche di costruzione e dei materiali utilizzati in edilizia. Un caleidoscopio di conoscenze attraverso cui è possibile approfondire la “doppia anima” di terra e di mare della più grande delle isole flegree.

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GASTRONOMIA
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La “doppia anima” cui abbiamo fatto poc’anzi riferimento è la vera cifra pure dell’enogastronomia. Il piatto principe resta il coniglio all’ischitana, ma questo non significa affatto che sull’isola non si mangi ottimo pesce. Tutt’altro! Stesso discorso per la viticoltura: il vino a Ischia profuma di mare, basta osservare le vigne a picco sul mare di Campagnano e dello Schiappone. Ma Ischia ha una sua specifica tradizione anche nello “street food”: la zingara, il panino ischitano per eccellenza, talmente famoso da essersi imposto ben oltre i confini locali.

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RELIGIONE
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Quasi tutte le feste e tradizioni popolari di Ischia sono a carattere religioso, il che la dice lunga sulla profondità della fede cristiana negli abitanti dell’isola. Ciò non toglie che molte di queste ricorrenze funzionano anche da richiamo turistico, come la Festa a Mare agli Scogli di Sant’Anna e quella di San Michele Arcangelo, rispettivamente alla fine di luglio e di settembre. Da non perdere il ballo della ‘ndrezzata, una danza antichissima che si svolge due volte l’anno (il 24 giugno e il Lunedì Albis) nella frazione di Buonopane, comune di Barano.

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Ischia Vi aspetta!!!