Per molti anni Ischia è stata un’isola a due velocità. Da un lato, gli alberghi, la movida, i ristoranti; dall’altro l’agricoltura e stili di vita all’apparenza sempre uguali.

Prendiamo i ciucciai. Sull’isola d’Ischia e, non solo, questo mestiere ha avuto per molto tempo un’importanza decisiva. Insieme ai “mastri parracinari”, – gli artigiani specializzati nella costruzione dei muri a secco con la celebre pietra di tufo verde dell’Epomeo -, i ciucciai, o “ciucciari” come si dice in dialetto, storicamente hanno rappresentato un chiaro esempio della divisione sociale del lavoro attivata dall’economia agricola locale.

Loro il compito di trasportare l’uva durante la vendemmia e, ancora più importante, quello di caricare sui bastimenti le botti di vino da commercializzare in terraferma. Addirittura, agli inizi del ‘900, per l’esatezza nel 1905, la cooperativa dei ciucciai di Forio eresse una grande cappella votiva a devozione di Sant’Antonio Abate, il protettore degli animali. Ancora oggi, il 17 gennaio, seconde e terze generazioni di quei lavoratori festeggiano con il tradizionale fuoco di “Sant’Antuono”, la ricorrenza del loro protettore.

Forse i ciucciai di Forio intuivano che il fuoco è l’elemento dinamico per antonomasia, sempre uguale a se stesso pur essendo in ogni momento diverso. Metafora che spiega perfettamente la capacità degli colleghi di Fontana, o “Mer’e coppe” che sta per «parte di sopra» (dal greco μέρος, -ους che significa appunto, parte) di adattarsi al nuovo corso turistico senza smarrire la propria identità. Negli anni ‘50 del ‘900, e anche oltre, in Piazza IV Novembre a Fontana stazionavano nei mesi estivi una sessantina di muli coi rispettivi padroni per accompagnare i turisti sulla vetta del Monte Epomeo a dorso dell’animale. L’evoluzione dei mezzi di trasporto li aveva costretti ad ingegnarsi. Col turismo non trasportavano più solo l’uva e i prodotti della terra, ma anche i forestieri. Il progresso viario, con l’allargamento di Via Epomeo e l’invasione di macchine e altri mezzi di locomozione hanno con gli anni decretato la fine di quest’esperienza.

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C’è però chi prova da qualche anno a farla rivivere. I ragazzi di “Epomeo in sella” – Agostino, Eugenio e Giuseppe i loro nomi -, hanno deciso di riprendere l’attività dei loro nonni, servendosi dei cavalli, anziché dei più testardi muli. Per tornare ad accompagnare i turisti sulla vetta del monte simbolo dell’isola d’ischia hanno messo su un’associazione sportiva, con tanto di fattoria e base di partenza presso il negozio di souvenir di Agostino, anima e leader della brigata.

Oltre all’escursione classica* che, in 35/40 minuti, porta a ridosso dell’antico eremo di San Nicola, i ragazzi di “Epomeo in sella” hanno pensato anche ad altri percorsi, così da garantire più opzioni ai turisti. Del resto le alternative non mancano, come nel caso della seconda escursione rinominata “Sulla cresta dell’Isola” perchè si snoda lungo il sentiero che sovrasta il bosco di castagni della Falanga fino ad arrivare in corrispondenza della “Pietra dell’Acqua”. Quest’ultima è un grosso blocco tufaceo, al cui interno è stata anticamente ricavata una cisterna appunto per la raccolta dell’acqua piovana.

Il terzo e il quarto percorso vengono effettuati la sera e sul far del giorno. Per “Tramonto e cena” ci si dà appuntamento due ore prima del calar del sole, si guadagna la vetta per assistere allo spettacolare tramonto, e poi ci si dirige presso un famoso ristorante della zona per gustare la cucina di terra dell’isola d’Ischia. “Alba e colazione” si effettua invece solo il giovedì ed è per un minimo di 5 persone.

Se perciò avete voglia di assistere ai spettacolari tramonti o, ancora meglio, al sorgere del sole dai 789 metri della vetta dell’Epomeo e, per di più, vi va di farlo in sella a un cavallo, potete chiamare il 3332521882, oppure scrivere a info@epomeoinsella.it.

[Aggiornamento]
L’associazione “Epomeo in sella” oggi non esiste più. Uno dei tre soci, Eugenio, ne ha però fondata una nuova, “Cavallo e Uomo”, che copre le medesime attività. Seguono i contatti.

Contatti Associazione Cavallo e Uomo
Tel.: +39 3349876655 oppure +39 3394910480
Email: info@cavalloeuomo.it

 

*Tranne che per l’escursione che porta alla Pietra dell’Acqua, consigliata a chi ha dimestichezza con l’equitazione, negli altri percorsi c’è sempre un portatore che ha il compito di accompagnare a piedi cavallo e passeggero nella fase di salita al Monte.