La Chiesa Santa Maria delle Grazie è una delle 7 sedi parrocchiali del comune di Ischia; una delle 25 presenti sull’isola d’Ischia. Si trova al termine della salita del Corso Vittoria Colonna, la strada che collega Ischia Porto e Ischia Ponte, i due centri abitati maggiori del comune “capoluogo” dell’isola.

La posizione, elevata rispetto al piano stradale, insieme all’originalità delle soluzioni architettoniche proposte, danno preminenza a un edificio in cui è bello fermarsi anche solo per riposare sui sedili in pietra dell’ampio sagrato rustico. Comodamente seduti è piacevole osservare lo struscio estivo di una strada che negli anni ha assunto sempre più la fisionomia di un vero e proprio centro commerciale naturale.

Tornando alla chiesa, quello che subito balza agli occhi sono la facciata convessa e la cupola disegnata con maioliche verdi e gialle realizzate nell’officina della famiglia Chiaiese, storici ceramisti napoletani alla cui manifattura dobbiamo anche il pavimento della chiesa di Visitapoveri a Forio e, soprattutto, le ceramiche che ornano il sagrato esterno della chiesa del Soccorso.

All’interno, la scelta stilistica che conferisce maggiore originalità alla chiesa è di sicuro la pianta ellittica, in evidente rottura con la tradizione della croce latina che ricorre in tutte le altre chiese presenti a Ischia. Le decorazioni parietali sono invece opera di tale Francesco Starace, noto stuccatore napoletano molto attivo sull’isola d’Ischia, insieme al fratello Cesare, nell’ultimo quarto del ‘700.

Non solo. Nella nicchia della prima cappella a sinistra, proprio vicino all’altare, c’è una scultura lignea raffigurante San Pietro, l’apostolo dei pescatori assai venerato dagli abitanti della zona, l’antica “Villa dei Bagni” di Ischia. Una frazione storicamente abitata da quella minoranza “intensa” di pescatori le cui case basse, bianche e addensate l’un l’altra caratterizzano l’impianto urbanistico di grossa parte del centro storico del comune: da Ischia Ponte, passando per la Mandra fino alla collina omonima di San Pietro dove si trova appunto l’edificio.

Questi luoghi, compresa la chiesa, nell’estate del 1799 furono teatro di un episodio tragico e assai cruento: l’uccisione di Pasquale Battistessa, uno dei 124 nobili del Regno di Napoli giustiziati dai Borbone per avere aderito alla breve stagione della Repubblica Napoletana. Il 23 luglio, appena sei mesi dopo la proclamazione della Repubblica, Pasquale Battistessa venne impiccato sulla Spiaggia dei Pescatori alla Mandra e di seguito condotto nella Chiesa della Madonna delle Grazie in San Pietro per ricevere degna sepoltura nella cripta dove consuetudinariamente venivano lasciati i defunti. Purtroppo, Battistessa ebbe l’ardire di “svegliarsi“, essendo soltanto svenuto sul patibolo, sicché fu “necessario” infierire con numerose coltellate sul corpo moribondo del malcapitato per completare il “repulisti” ordinato dai regnanti spagnoli.

Un episodio disumano, ancor più per il fatto di essersi svolto ai piedi dell’altare maggiore della Chiesa, in stridente contrasto con i precetti illustrati nel Vangelo.

C’è voluto un secolo perchè un autorevole esponente dell’Estrema sinistra storica, l’on. Matteo Renato Imbriani, chiedesse e ottennesse dal Parlamento che al Battistessa fosse intestata la strada di fianco alla Chiesa dove si era consumato l’efferato assassinio.

Ancora oggi si legge l’epigrafe dettata dallo stesso Imbriani:

«Sui gradini dell’altare maggiore / di questo tempio / Pasquale Battistessa / cittadino probo esemplare / strappato al nodo del carnefice / veniva / per ordine di giudice infame / scannato nel 1799 / Ischia / restituita al gran consesso nazionale / dalla sovranità popolare / pone questo ricordo / a pietà e decoro della vittima incolpevole / ad affermazione morale / che Giustizia e Nemesi / infallantemente / si susseguono nella storia / questa ultrice delle violazioni dell’altra / nella prospiciente Gaeta / 62 anni dopo / l’ultimo dei Borboni di Napoli / espiava / le brutture della sua dinastia».

Il bene e il male, la vita e la morte, nemesi e giustizia si susseguono nelle vicende di un unico edificio, la Chiesa della Madonna delle Grazie in San Pietro a Ischia Porto, la cui importanza travalica evidentemente i confini locali ed è pienamente inserita nella storia del Regno di Napoli e della successiva Unità d’Italia.