La Chiesa dell’Arciconfraternita di Santa Maria di Visitapoveri si trova in Piazza Municipio, stretta, quasi nascosta, tra l’altra chiesa di San Francesco D’Assisi e il caratteristico Rione dei Pescatori, un vicolo assai suggestivo che porta al vecchio molo borbonico del porto di Forio.

È una delle chiese di maggior fascino dell’isola d’Ischia, soprattutto per l’originalità di alcune scelte stilistiche che si aggiungono al valore storico dell’edificio, testimonianza dell’intensa attività di fede e mutuo soccorso messa su dalla congregazione di Visitapoveri fin dai primissimi anni del 1600, periodo presunto anche della fondazione della chiesa.

La doppia facciata è il primo particolare che salta subito all’occhio: la facciata esterna che chiude il cortile; la seconda, all’interno, che chiude la chiesa.

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L’altra novità sono i poderosi scranni in legno ai due lati dell’unica navata. Più nel dettaglio, si tratta di una triplice fila di sedili con parapetto e balaustra, che diventa una (fila) in concomitanza del presbiterio.

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A terra, purtroppo in stato pessimo di conservazione, un bellissimo pavimento del ‘700 realizzato dai Chiaiese, importante famiglia di maiolicari napoletani cui si deve anche la decorazione della doppia rampa di scale della Chiesa del Soccorso. Al centro, c’è un ovale con due uomini incappucciati in preghiera con la data di pavimentazione. Tutt’intorno, motivi floreali e naturalistici con l’intreccio, ancora attuale, tra il tralcio di vite, indiscusso simbolo dell’economia agricola locale e il limone con il suo giallo carico, mediterraneo.

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Lo stesso colore intenso dell’”Angelo
, la statua lignea, anche questa del XVII secolo, visibile dall’esterno della sagrestia. La statua, di ignoto scultore napoletano, per secoli è stata quella portata a spalla dai confratelli di Visitapoveri durante la tradizionale processione che va in scena la Domenica di Pasqua lungo il corso principale di Forio. La cerimonia, nota appunto come “Corsa dell’Angelo” mette in scena il momento dell’incontro della Madonna con il Figlio Risorto, rievocando l’episodio evangelico dell’annuncio della Resurrezione di Cristo. Da anni viene utilizzata una copia dell’Angelo, in modo da preservare l’inestimabile valore testimoniale dell’originale.

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Le decorazioni parietali sono opera di tale Francesco Starace
, noto stuccatore napoletano, assieme al fratello Cesare assai attivo tra la città partenopea e l’isola d’Ischia nell’ultimo quarto del ‘700.

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I quadri sono invece di Alfonso Di Spigna
, noto pittore locale che fu anche priore della congregazione.

Insomma, a Forio non c’è solo la Chiesa del Soccorso. La chiesa di Visitapoveri dedicata alla Madonna Delle Grazie, come pure il Santuario della Madonna della Libera nella caratteristica contrada del Cierco, testimoniano la religiosità e il senso estetico del fiero popolo di Forio, abituato da sempre ad affrontare “cum fide” le asperità della vita.