C’è chi sostiene che le chiese foriane della Madonna Della Libera in Via Gaetano Morgera e di Santa Maria al Monte siano collegate tra loro. Qualcuno dice addirittura “gemelle“. Gli indizi, del resto, sono più d’uno: si trovano in linea d’aria l’una di fronte all’altra; la facciata frontale è pressoché identica; in ambo gli edifici le tele sono opera del pittore locale Cesare Calise; entrambe sono state costruite agli inizi del ‘600 dai fratelli Sebastiano, Vito Nicola e Andrea Sportiello.

Secondo quanto riferito dallo storico locale Giuseppe D’Ascia, i tre fratelli Sportiello provenivano da una ricca famiglia del salernitano ed erano riparati sull’isola d’Ischia dopo aver ucciso un vescovo, esponente in vista di una famiglia rivale. Così, un pò per sfuggire alla rappresaglia, un pò per espiare la colpa commessa, si sarebbero dedicati all’edificazione di queste due chiese, anche se la lapide inscritta nell’architrave sul portale d’ingresso della Chiesa della Madonna Della Libera ricorda solo uno dei tre, Sebastiano.

«Templum hoc Divo Carolo Dicatum Iure Patronatus Votoque Munitum Sibi Suisque Posteris Sumptibus Proprius Sebastianus Sportiellus a Fundamentis Curavit anno Domini MDCXX».

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In realtà l’incisione svela anche un altro particolare assai curioso
e cioè che la Chiesa della Madonna della Libera di Forio è intitolata all’Arcivescovo di Milano San Carlo Borromeo, dando adito alla tesi, tuttavia priva di riscontri, secondo cui i fratelli Sportiello avrebbero agito su commissione di una ricca famiglia milanese approdata sull’isola d’Ischia per sfuggire alla peste che aveva decimato la città meneghina nel 1576. La cosidetta “Peste di San Carlo”, chiamata appunto così perchè il contagio si diffuse appena dopo che il vescovo Borromeo aveva ottenuto l’estensione dell’anno giubilare per la sua città.

L’architettura dell’edificio è invece tipicamente locale. La scala in pietra a doppia rampa che porta all’ingresso è simile a quelle della Chiesa del Soccorso e della Chiesa di San Gaetano nel centro di Forio, come pure la cupola, poi distrutta dal terremoto del 1883 era sulla falsa riga di quella più famosa di San Gaetano che, insieme al Torrione, tuttora domina lo sky line di Forio. Per non dire dell’ampio uso del tufo verde dell’Epomeo, la caratteristica pietra locale con cui sono stati realizzati l’arco del portale di ingresso, il cornicione, i pilastri e alcune cappelle all’interno della Chiesa.

Insomma, sarà pure che c’è una chiesa lombarda nel golfo di Napoli – come ha scritto divertito un turista su TripAdivsor – ma le linee, lo stile e, soprattutto, la bellezza sono tutte frutto all’ingegno locale. Vale per la Chiesa della Madonna Della Libera; vale per le strade strette del “Cierco” (lett. “luogo pietroso”) che è necessario percorrere per accedervi; vale per Forio e l’isola d’Ischia.