I fari si trovano quasi sempre in posti isolati, talvolta persino difficili da raggiungere. È questo l’aspetto che ha contribuito a creare l’alone di mistero che ha sempre avvolto questi luoghi, in molti casi anche gli uomini incaricati di svolgere il difficile mestiere del fanalista. Storie, leggende, aneddoti che naturalmente riguardano anche il “nostro” faro, il gigante che svetta sull’estremità di Punta Imperatore, a Forio. Per la cronaca, quello di Punta Imperatore non solo è stato, ma è tuttora uno dei fari più importanti del Mediterraneo, in grado di lanciare il suo raggio di luce da un’altezza di oltre 160 metri. La lanterna poggia su una casa a due piani ormai disabitata, ma che per molti anni è stata abitata eccome, “regno esclusivo” di Lucia Capuano, la guardiana del faro.

lucianna-de-falcoDobbiamo alla bravissima attrice e conterranea Lucianna De Falco la conoscenza di questa storia di riscatto sociale che fa perno attorno la figura eroica di “Lucì“, la donna che ottenne di prendere il posto del marito, il guardiano Francesco De Falco, dopo la prematura morte di questi il 25 novembre del 1937. A seguito, tra l’altro, proprio di un incidente sul lavoro.

Lucianna De Falco, nello spettacolo teatraleLuci, voci e volti dal faro”, non rievoca soltanto la dolorosa vicenda dei nonni paterni, ma mette in scena la tempra forte, sanguigna, degli ischitani, soprattutto delle donne, in grado di superare le avversità della vita proprio come fece Lucia Capuano per garantire un futuro ai suoi sette figli. Come, del resto, simbolicamente, sta a rappresentare pure il faro dove quella vicenda umana si svolse.

Anche se è ben visibile da mare, e non potrebbe essere altrimenti,
la vista ravvicinata di questo gigante va guadagnata, percorrendo via Costa, una vecchia strada di campagna quasi tutta in salita, al termine della quale si arriva a quest’edificio bianco a picco sul mare. Il presente turistico non è riuscito a cancellare del tutto le tracce della civiltà contadina che si scorgono lungo il tragitto, a cominciare dalla rigogliosa macchia mediterranea che accompagna chi ha voglia di arrivare fino alla fine tra case a picco sul mare, orti e vigneti ancora oggi cinti dalle caratteristiche “parracine“, i muri a secco con cui i contadini delimitavano i confini di ciascuna proprietà.

Arrivati sul faro lo spettacolo è maestoso, con una visione d’insieme di Forio e lo sfondo delle isole Pontine. A pochi metri dalla costa si scorge, pure lei maestosa e austera, la Pietra della Nave, lo scoglio che secondo la mitologia greca era la galea che Alcinoo, re dei Feaci, mise a disposizione di Ulisse nel suo viaggio di ritorno verso Itaca.

Ecco le storie, le leggende cui si è fatto riferimento
pure nella diversità delle trame e degli intrecci hanno un minimo comune denomitatore, quasi fossero tanti capitoli di un unico romanzo, quello dell’isola d’Ischia. Tutto incentrato sulla capacità di superare le asperità della vita, come è riuscito a Lucia Capuano, come è per le navi aiutate nella navigazione dalla lanterna di Punta Imperatore, come sicuramente è stato per le maestranze incaricate di costruire quest’antico faro della Marina Militare su una costa a strapiombo sul mare.