L’itinerario alla scoperta del centro storico di Forio non può che partire dalla Chiesa del Soccorso. Per due ragioni: il Soccorso si trova a metà strada tra Punta Imperatore e Punta Caruso, i due promontori che “cingono” l’intero litorale foriano. La seconda ha a che fare invece con la storia e l’ambiente locale.

Infatti, proprio come Forio, la bellezza di questo antico convento agostiniano del ‘300 non è legata alla presenza di opere d’arte di particolare rilievo, nè a dettagli architettonici di grandissimo interesse. È il contesto tutt’attorno che rende l’edificio stupendo. Soprattutto i colori: il bianco della facciata, il blu del mare, l’azzurro del cielo e il rosso generoso dei tramonti della costa occidentale dell’isola d’Ischia.

La scala a doppia rampa davanti il portale d’ingresso è decorata con maioliche realizzate dai Chiaiese, una delle famiglie ceramiste più importanti della Napoli del XVIII secolo. Le mattonelle alternano scene del martirio di Cristo a motivi naturalistici, quasi identici a quelli presenti nel pavimento dell’Arciconfraternita Santa Maria Visitapoveri.

All’interno della chiesa del Soccorso ci sono un Crocifisso ligneo del ‘500 e una statua della Madonna intenta a scacciare il maligno con un bastone. Belli anche gli ex voto che adornano la navata e la sagrestia, testimonianze di un sentimento di fede assai diffuso soprattutto tra i marittimi, i pescatori e gli emigranti di Forio.

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La seconda tappa è alla Chiesa della Madonna Delle Grazie, altrimenti conosciuta come Arciconfraternita di Visitapoveri. È un edificio dei primi del ‘700, di cui colpiscono soprattutto due elementi: i poderosi scranni dove sedevano i membri della congrega (elevata poi ad Arciconfraternita) e i tondi alle pareti, opera del famoso pittore locale Alfonso Di Spigna (1697- 1785). Al Di Spigna si devono molti degli affreschi che ornano le chiese dell’isola d’Ischia, compresa la Chiesa di Santa Maria di Loreto, terza tappa dell’escursione.

Di fronte l’ingresso della Basilica di Santa Maria di Loreto c’è la Torre Quattrocchi, una delle torri di avvistamento che servivano ad annunciare l’arrivo dei temibili saraceni, in modo da dare il tempo alle donne e ai bambini di nascondersi e agli uomini di organizzare la resistenza.

In chiesa, la prima cosa da fare è guardare all’insù. Il soffitto cassettonato è un richiamo evidente allo stile e all’architettura barocca, come pure il mosaico di marmi su fondo nero dell’abside maggiore.

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Dopo la chiesa di Loreto, viene la Parrocchia di San Vito, il santo patrono di Forio. Anche la Chiesa di San Vito Martire si fregia del titolo di Basilica Pontificia ed è, in assoluto, l’edificio sacro più importante del comune.

In sagrestia c’è la statua in argento e rame del Santo (non sempre visibile), realizzata sul disegno di Giuseppe Sammartino, una delle più importanti personalità artistiche del ‘700, autore del “Cristo Velato”, la meravigliosa scultura che si trova all’interno della Cappella dei principi San Severo a Napoli.

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Dopo il tour delle chiese è la volta del Torrione, la più antica e importante delle torri saracene di Forio. Al secondo piano c’è una permanente di Giovanni Maltese, scultore, pittore e poeta foriano che per molti anni abitò (in enfiteusi) i locali della torre. Il primo piano invece è utilizzato per vernissages, mostre e rassegne le più varie, con la possibilità, d’estate, di sfruttare l’ampio terrazzo esterno con vista sul porto di Forio.

Forio e l’isola d’Ischia Vi aspettano!!!