Chi desidera approfondire storia e costumi dell’isola d’Ischia non può esimersi dal visitare Fontana, il paese alle pendici del Monte Epomeo. È il centro abitato più alto sul livello del mare, il villaggio dove per secoli hanno trovato riparo le autorità ecclesiali dell’isola in fuga dai frequenti attacchi saraceni.

A Fontana, per la precisione nel piccolo villaggio di Noia, il vescovo di Ischia Bartolomeo Bussolari da Pavia fece costruire nel 1364 degli “hospicium“, ricoveri per religiosi dove probabilmente soggiornò anche il più famoso fratello Iacopo, un frate agostiniano protagonista, a Pavia, di una celebre sommossa popolare contro le famiglie Visconti e Beccaria accusate di corruzione morale e politica.

Il nome della frazione deriva dall’esistenza di una sorgente d’acqua in località Cava Pallarito, uno dei tanti alvei naturali che solcano il versante meridionale dell’isola d’Ischia. La fonte d’acqua non c’è più. La cava invece sì, e da qualche anno è diventata addirittura famosa grazie alla Casa Museo della famiglia Di Meglio. Salvatore, il capostipite, ha dapprima trasformato la cantina, i cellai e la cisterna avuti in eredità in una civile abitazione e poi in un piccolo museo dell’utensileria agricola ischitana, impreziosito da sculture in legno e pietra, l’immancabile tufo verde del Monte Epomeo.

La Casa Museo è una traccia importante dell’”altra Ischia, quella lontana dalle luci, la movida, lo struscio e gli alberghi degli insediamenti costieri. Una testimonianza che fa il paio con la bella passeggiata di via Nicola Iacono (un’altra cava poco distante dal belvedere della frazione) e, soprattutto, con l’escursione sulla vetta del Monte Epomeo.

Magari da scalare insieme ai ragazzi dell’associazioneEpomeo in sella” nata con il proposito di riprendere l’antica tradizione dei “ciucciai” che da Piazza IV Novembre, la piazza principale della frazione, accompagnavano i turisti a dorso di mulo fin su l’eremo di San Nicola, a 789 metri sul livello del mare. Il panorama dalla punta del gigante buono dell’isola d’Ischia lascia senza fiato, per non parlare dello spettacolo dell’alba e del tramonto, pure questi visibili con l’ausilio dei ragazzi dell’associazione che conoscono a menadito sentieri, scorciatoie e anfratti del monte simbolo dell’isola d’Ischia.

Da vedere anche le tre chiese: l’eremo di San Nicola, già richiamato; la chiesa di Sant’Antonio da Padova, nel centro della frazione e, poco più giù, fronte strada, la chiesa di “Santa Maria della Mercede”, detta “La Sacra”. Quest’ultima è la Parrocchia più antica dell’isola d’Ischia, intitolata alla “Madonna della Misericordia” venerata dall’ordine dei Mercedari per riscattare i cristiani ridotti in schiavitù dai pirati saraceni che infestavano le coste del Mediterraneo, comprese quelle ischitane.

Insomma, Fontana è il centro di “mer ‘e coppe, il topos dialettale che sta per “parte di sopra” e indica l’intero versante meridionale dell’isola d’Ischia, ricompreso nel comune di Serrara Fontana e in buona parte di Barano d’Ischia. È nella parte alta di Ischia che si acquisisce consapevolezza dell’identità contadina di Ischia, della vocazione agricola dei suoi abitanti che alle insidie dell’andar per mare hanno sempre preferito le certezze di una terra fertile e generosa di frutti.

Non resta che venire. Ischia Vi aspetta!!!