Vi abbiamo già parlato dei panorami di Ischia. All’appello, però, mancava quello delle Fumarole del Bellomo a Panza. Un posto meraviglioso cui si accede da una traversa di via Bocca, tranquilla zona residenziale che reca numerose tracce della precedente vocazione agricola del territorio. Segni del passato, ma anche di un incoraggiante “ritorno al futuro”, come testimoniano i Giardini Arimei, quattro ettari di vigneto impiantati a inizio millennio dalla famiglia Muratori, imprenditori bresciani con la passione per la viticoltura.

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Da un sentiero laterale all’ingresso della Tenuta si arriva alla “Bocca di Tifeo”, una delle sorgenti del Bellomo, il campo fumarolico più esteso dell’isola d’Ischia. Alle altre fumarole, invece, si arriva al termine di un sentiero di difficile accesso, assolutamente da sconsigliare a meno di essere escursionisti esperti e comunque mai da soli. Una volta giunti sul posto, però, la vista ripaga delle difficoltà affrontate lungo il tragitto.

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La vista, e la vegetazione tutta attorno, tra fichi d’india, orzo selvatico e il mitico “Cyperus Polystachyus” pianta rara che per la sua vegetazione ha bisogno del microclima delle fumarole (temperatura del terreno tra i 30° e i 40°C). Il Cyperus, meglio conosciuto come “Papiro delle Fumarole” è un’altra testimonianza della grande natura dell’isola, giacchè cresce a Ischia e in poche altre parti del mondo; così come in pochi altre parti del mondo sussistono condizioni ambientali come quelle di quest’area, poco più di un chilometro quadrato, a 127 metri sul livello del mare.

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Insomma, le Fumarole del Bellomo, insieme ai Pizzi Bianchi e a Punta San Pancrazio, rappresentano quella parte di territorio miracolosamente sfuggita alle esigenze di valorizzazione del turismo. Visitare questi luoghi significa perciò (ri)appropiarsi dell’identità autentica di Ischia, un'”isola di terra” abitata da contadini che nella bellezza del paesaggio trovavano conforto alla fatica della vita nei campi.

Magia dell’isola d’Ischia!