Il Museo del Mare di Ischia Ponte è un bel viaggio nella storia della marineria di Ischia. Certo, lschia è un’isola di terra, un posto dove l’agricoltura ha dato da vivere ai suoi abitanti molto più della pesca, però questo non autorizza affatto a trascurare il peso storico di una minoranza “intensa” come quella dei pescatori locali.

Per rendersene conto occorre visitare questo piccolo spazio museale all’interno del settecentesco Palazzo dell’Orologio di Ischia Ponte. Sette sale su tre piani dove sono stati catalogati antichi strumenti per la navigazione e la pesca come telegrafi, bussole, scandagli, binocoli, esche, ami, totanare, fino alle attrezzature nautiche vere e proprie: timoni, eliche, ancore, oblò, lampade a olio. Non mancano poi francobolli, foto d’epoca, carte nautiche. Insomma, tutti i reperti con cui, in assenza di testimonianze scritte di rilievo, si ricostruisce la memoria collettiva di una comunità.

Vale per i pescatori di Ischia Ponte, Sant’Angelo, Forio, Lacco Ameno, Casamicicola, Testaccio, tutti uomini che affrontavano, e ancora affrontano, le asperità del mare trasformando in energia positiva, voglia di vivere, la condizione di precarietà che deriva dalla convivenza con un’elemento ostico come l’acqua.

Del resto per carpire immagini e momenti legati allo specifico stile di vita dei pescatori è sufficiente recarsi a prima mattina sulla banchina del Piazzale delle Alghe di Ischia Ponte, ad appena un centinaio di metri dal Museo del Mare. Ogni giorno (tempo permettendo) l’arrivo in porto di gozzi e piccoli pescherecci è salutato da una processione di acquirenti in trepidante attesa del pescato di stagione. Scene sempre uguali, eppure sempre diverse che raccontano degli uomini di mare di Ischia, dei loro volti scolpiti da vento e salsedine e delle loro mani tagliate dalle reti.

Sul sito internet del Museo (www.museodelmareischia.it) c’è infine uno spazio dedicato ai racconti di mare. Simpatico lo “speciale” Padre Nostro recitato davanti “‘a cor’e zefere”, (trad. “coda del diavolo”) la tromba marina che i pescatori anticamente ritenevano essere segno tangibile del demonio. Da qui la bizzarra consuetudine di sporgersi col sedere di fuori quando ne incrociavano una, appunto per far vedere al diavolo che loro, figli di Dio, non avevano la coda.

Pater noster

Pater noster
In  cielo, in terra e in mare
Voi state.
Guardateci da questo diavolo

Pater noster
Pater noster

Spezza la coda del diavolo che senza coda non è più nessuno.

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Museo del Mare Ischia
Palazzo dell’Orologio
80070 Ischia ponte

Aperto tutti i giorni.
Orario: 10.30 – 12.30 • 15.00 – 19.00
Luglio e Agosto: 10.30 – 12.30 • 18.30 – 22.00
Da Novembre a Marzo: 10.30 – 12.30
Febbraio: chiuso

info@museodelmareischia.it