Sull’isola d’Ischia ci sono 25 parrocchie e più di 60 chiese. Numeri importanti che testimoniano di un sentimento di fede assai radicato in un territorio che ha una superficie di appena 46 km² e conta poco più di 60.000 abitanti.

Le chiese – è noto – sono luoghi privilegiati per approfondire il “genius loci” di una comunità, quell’insieme di caratteristiche storico-ambientali che definiscono l’identità sociale di un territorio. Da questo punto di vista, la Chiesa di San Ciro al Ciglio è una delle migliori testimonianze che ci sono sull’isola d’Ischia per comprenderne appieno l’identità rurale. Ancora di più dopo il recente restauro, contraddistinto dal ritorno al rivestimento originario dell’edificio col tufo verde del Monte Epomeo che era stato sostituito in seguito al terremoto di Casamicciola del 1883.

Il tufo verde dell’Epomeo è la pietra con cui generazioni di maestranze dell’isola d’Ischia hanno costruito i muri a secco, le mitiche “parracine, a delimitazione dei confini tra un vigneto e un altro. È la pietra con cui si realizzavano i terrazzamenti dove venivano impiantati e coltivati i filari di vite. È la pietra con cui venivano rivestite le “fosse della neve” buche profonde dove veniva ammassata la neve caduta durante il periodo invernale, per avere poi ghiaccio a sufficienza in estate per la conservazione del cibo e la refrigerazione dell’acqua e del vino.

Una società di contadini che si serviva di un materiale facilmente trattabile come il tufo verde dell’Epomeo per innumerevoli scopi, non ultimo l’edificazione di una chiesa in origine dedicata a San Giacomo e alla Madonna dell’Assunta. Il restauro dell’edificio, ultimato a settembre del 2011, ha avuto perciò il merito di dimostrare come il recupero e la valorizzazione del patrimonio ecclesiastico di Ischia sia un buon affare anche dal punto di vista turistico, in particolar modo per la parte alta dell’isola che non può contare sul binomio mare-terme come invece gli insediamenti costieri. Infatti, prima del restauro – cui hanno partecipato i fedeli delle tre parrocchie di Serrara Fontana insieme all’Associazione Culturale Ixion -, questa bella chiesa rurale era incredibilmente ai margini del circuito museale di Ischia, pur trovandosi in posizione affatto nascosta, fronte strada sul lato della carreggiata che porta al belvedere di Serrara Fontana.

Oggi la Chiesa di San Ciro al Ciglio è tappa in uno degli itinerari diAndar per Cantine”, la manifestazione settembrina organizzata dalla ProLoco di Panza in grado di richiamare ormai migliaia di visitatori desiderosi di conoscere le origini di terra, contadine, dell’isola d’Ischia.

Ad ogni modo, quale che sia il periodo dell’anno in cui scegliete di venire a Ischia, una visita alla bella chiesa di San Ciro al Ciglio è meta obbligata delle vostre vacanze ischitane.