Il turismo riflette i cambiamenti “profondi” che attraversano la società. In molti casi li anticipa trasformando in “tendenza” ciò che fino a un attimo prima era solo un’indistinta voglia di mutamento. A grandi linee possiamo dire che nella fase attuale, cominciata col nuovo millennio, convivono due esigenze: da un lato la domanda di attrattive e servizi di buon livello (soprattutto coerenti con i prezzi); dall’altro la ricerca di esperienze sempre più personalizzate e gratificanti.

A Ischia il settore del termalismo è quello che più si è evoluto in questo senso, riuscendo a metter assieme l’approccio sanitario e il filone più attento al wellness e alla cura del corpo. Un cambiamento che “strizza” l’occhio a tutti: ai giovani, sedotti dalle mille “diavolerie” dei centri benessere; e agli anziani che non essendo più inseriti nel mercato del lavoro possono muoversi tutto l’anno contribuendo alla destagionalizzazione del turismo.

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Oltre alle terme, il cambiamento ha investito pure altri segmenti. Pensiamo al trekking, in grande espansione sull’isola, oppure al turismo culturale e all’enogastronomia. Soprattutto all’enogastronomia, argomento che a Ischia risulta di grande fascino poiché entra in gioco quella “doppia anima” di cui abbiamo parlato più volte. Tra le novità più significative degli ultimi anni c’è il recupero di una coltura autoctona per molto tempo a rischio estinzione: il fagiolo zampognaro.

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Si tratta di un legume coltivato nel versante orientale dell’isola d’Ischia, prevalentemente negli orti domestici di Campagnano e Piano Liguori. Grazie alla sensibilità del presidio ischitano “Slow Food” la produzione di questo legume ha conosciuto una vera e propria rinascita, dopo che per molti anni a tenerlo in vita erano rimasti sei o sette produttori locali. E, che oltre all’aspetto identitario e storico c’entri anche quello turistico, lo dimostra il fatto che uno dei leit-motiv di riviste, siti e blog di viaggio stranieri è: “eat local” che sta, letteralmente, per “mangia locale”.

Perciò, una volta a Ischia chiedete in giro dove è possibile acquistare o mangiare questo fagiolo dal sapore deciso ed elevato valore proteico. Quanto alla preparazione, il top è a zuppa, meglio ancora seguendo la nostra ricetta 😉  Per informazioni e l’acquisto dei fagioli zampognari contattare l’associazione “Green Ground – Il terreno Verde” Associazione Agricoltori Custodi 340/7336816.

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