Bisogna immaginarsi la scena. È notte. Buio e silenzio avvolgono una Forio presepiale. Alle cinque del mattino i rintocchi delle campane annunciano l’inizio della festa del pesce – “assise’ e pisce” in dialetto –  rito antichissimo che si svolge in Piazza San Gaetano (Medaglie D’Oro) la notte tra il 23 e il 24 dicembre.

I pescatori sono in piazza già da un bel po’ mentre i foriani, ma anche tanti turisti e residenti provenienti da ogni parte dell’isola, arrivano alla spicciolata per partecipare alla processione e alla Santa Messa. Una bella testimonianza di religiosità popolare che serve a rinsaldare il senso di appartenenza, il bisogno di “essere comunità” storicamente assai sentito dagli abitanti di Forio, probabilmente in misura maggiore che nel resto dell’isola.

Basti pensare che un tempo, quando ancora non c’erano le celle frigorifere, né la possibilità di acquistare il pesce in terraferma, i pescatori di Forio cominciavano con largo anticipo a conservare il pescato che avrebbero esposto in piazza l’antivigilia di Natale.

Gronchi, morene e aragoste venivano tenuti in vita nei “maruffi, grandi casse di legno con struttura metallica che venivano calate in mare all’interno del vecchio molo borbonico. La probabilità che il mare danneggiasse la cassa era elevata, come pure elevato era il rischio – specie in inverno – che un’improvvisa mareggiata compromettesse una o più battute di pesca. In tempi in cui non c’era l’ausilio di tecnologia e bollettini meteo, non è difficile immaginare le difficoltà e l’incertezza che accompagnavano il difficile mestiere della pesca.

Occorreva molta fede, e perciò quale periodo migliore del Natale per rinnovare, insieme a tutto il popolo, il comune sentire religioso?! Anche oggi che le condizioni dei pescatori sono notevolmente migliorate – non solo quelle dei pescatori – la tradizione continua con un chiaro significato benaugurale. Da diversi anni, infatti, è invalsa l’abitudine di offrire in piazza bruschette, pasta e fagioli e un buon bicchiere di vino, per non dire della presenza “rumorosa” (e appunto benaugurale) della banda musicale del paese in giro per le vie del corso.

Insomma, il Natale sull’isola d’Ischia ha un fascino unico, dove sacro e profano si fondono in belle e sentite manifestazioni che spiegano meglio di tanta pubblicistica il “genius loci” dell’isola più bella e grande del Golfo di Napoli. Più che raccontarle, conta esserci!

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