Si fa presto a dire “piennolo”. Anche a causa di un certo racconto turistico, quella che è una vera e propria arte dei contadini campani (e quindi anche ischitani) ha perso un po’ di autenticità. Tante bellissime foto, ma poche notizie sul perché di una tradizione antichissima che a Ischia è più viva che mai.

Per esempio, cominciamo subito col dire che il periodo migliore per fare i piennoli è l’inizio dell’estate. Il motivo è facilmente intuibile: poiché il fine è avere una scorta di pomodori per l’autunno e l’inverno, bisogna provvedere subito, appena maturano le prime “sciocche”.

Non farlo potrebbe esser rischioso. Un temporale, una grandinata o qualsiasi altro evento meteorologico avverso potrebbe infatti danneggiare raccolto e provviste. Ovviamente, se il tempo invece si mantiene clemente, si può continuare a intrecciare i piennoli durante tutto il periodo estivo.

Con delle regole, però. La prima è che i pomodori vanno raccolti la mattina presto, prima che il sole li faccia cadere dai grappoli. La seconda è il rispetto delle fasi lunari: i contadini ischitani, perlomeno quelli che ancora si attengono alle tradizioni orali tramandate da generazioni, raccolgono i pomodori nelle fasi di luna calante, la cosidetta “mancanza”.

Terza e ultima prescrizione, una vera e propria chicca per chi ama l’aneddotica del mondo rurale meridionale, è la regola di San Sebastiano. Funziona così: ogni anno, appurato il giorno (mettiamo martedì) in cui ricorre la festa del santo (la data è il 20 gennaio) si evita, da quel momento in avanti, di raccogliere gli ortaggi in quella specifica giornata.

Non è finita. Per calcolare, invece, il giorno in cui ricorrerà la festa del santo basta verificare quando “cade” il 23 dicembre, l’antivigilia di Natale. Quello, per l’anno a venire, sarà il giorno in cui non bisogna raccogliere ortaggi.

Infine una curiosità. Oltre allo spago, a Ischia per fare i piennoli di pomodoro si usano anche i rami di ginestra. Il vantaggio è duplice: con la ginestra, infatti, basta un unico avvolgimento perché i pomodori aderiscano perfettamente al ramo.

Il secondo vantaggio è che attorno i rami di ginestra, i pomodori, stando più larghi, si conservano più a lungo. A patto, ovviamente, di conservarli in un ambiente adatto: appesi al muro o alla soffitta di un luogo fresco e asciutto, magari una delle tante cantine che ci sono a Ischia.

Insomma, l’arte del “piennolo” è l’ennesimo capitolo della grande natura dell’isola d’Ischia. Un’isola di terra in cui i contadini hanno sempre avuto un ruolo preponderante nella vita della comunità. Vi aspettiamo!

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