Più di venti lidi in concessione, oltre a tratti di spiaggia libera, bar, ristoranti e tutti gli altri vantaggi dovuti al fatto di trovarsi a neanche 200 metri dal centro di Ischia. Stiamo parlando della spiaggia di San Pietro, la prima che si incontra venendo dal porto. Una lunga striscia di sabbia finissima dove convivono, gomito a gomito, ceti sociali assai diversi fra loro.
Una promiscuità magnificamente descritta in diversi romanzi da Erri De Luca che, addirittura, a quel “melting pot” di ischitani, napoletani e stranieri di svariata estrazione e temperie culturale attribuisce il merito della sua formazione civile e politica. In realtà, lo scrittore napoletano trascorreva le sue estati alla Spiaggia dei Pescatori alla Mandra, ma anche a San Pietro c’erano, e continuano a esserci, le stesse condizioni sociali che tanto hanno affascinato De Luca in gioventù.
Operai e borghesi, sottoproletari e altolocati, stranieri e figli di ischitani fianco a fianco su questa spiaggia a due passi da via Roma e Corso Vittoria Colonna. Comune alle due spiagge anche l’antica abitudine di tirare le imbarcazioni a secco durante i mesi invernali, quando le giornate per uscire a pesca sono decisamente meno rispetto alle altre stagioni sull’isola.
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Insomma una spiaggia popolare dove ognuno, però, può trovare quel di cui ha bisogno: un lido frequentato per la maggior parte da famiglie, oppure la parte di arenile frequentata da giovani e giovanissimi intenti a spassarsela coi racchettoni, il beach volley e il beach soccer.
Basta saper scegliere, tenendo anche presente l’esposizione non tanto assolata, a differenza, per esempio, delle spiagge di Forio sconsigliabili per i più piccoli nelle ore di punta. Una variabile da considerare attentamente, specie per una famiglia con figli piccoli che sulla spiaggia di San Pietro dispone dell’ombra e quasi tutti gli altri comfort di cui ha bisogno chi si muove con prole al seguito.
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Da vedere, in zona, la Chiesa Santa Maria delle Grazie, edificio famoso – tra l’altro – per il brutale assassinio di Pasquale Battistessa, nobile napoletano giustiziato dai Borbone per aver partecipato alla fugace stagione della Repubblica Napoletana del 1799. Il tratto di strada di fianco la chiesa è da anni intitolato a questo martire della libertà. La tragica vicenda, per altro verso, chiarisce quanto già ribadito per altre spiagge e zone dell’isola: guai -cioè- a considerare Ischia come una semplice località balneare. Storia e, abbiamo visto con Erri De Luca, letteratura, contribuiscono al fascino dell’isola più bella e grande del Golfo di Napoli. Un vero peccato non esserci.
Ischia vi aspetta!
Quant’è lunga la spiaggia di s. Pietro?